Famiglie omogenitoriali? No, il paese non è pronto… (?)

 L’argomento in oggetto è salito molto frequentemente agli “onori” della cronaca nell’ultimo periodo.
Vuoi per l’intervista e testimonianza della figlia di Roberto Vecchioni, diventata mamma insieme alla sua compagna, vuoi per l’attenzione (positiva o negativa che sia) al tema del matrimonio tra persone dello stesso sesso (che porta ogni volta a discutere di potenziali bambini all’interno della coppia… ma questo altro argomento è).
E parte quindi la sfilata di opinioni, perlopiù basate su idee preconcette e personalistiche più che su dati oggettivi, di chi (spesso chiunque) si sente titolato e in diritto di esprimere un’opinione in merito alla questione.
In prevalenza, comunque, chi più chi meno, si dice quanto meno “perplesso” all’idea di un bambino con una coppia omosessuale (io direi all’interno di una famiglia composta da genitori dello stesso sesso).

“Il paese non è pronto! I bambini verrebbero discriminati e/o derisi dai compagni”. Questa, in genere, è la giustificazione più politically correct con cui ci si oppone all’idea delle famiglie omogenitoriali. Le altre, le lascio alla libera fantasia di tutti ma, per darvi un’indicazione, vanno dal “i figli cresceranno gay” a “li vogliono per abusare di loro” all’affermazione bindiana del “meglio in africa a soffrire la fame che con due genitori omosessuali” (cito a braccio). Agghiacciante prima che, ovviamente, non fondato.

La questione, però, che queste persone ignorano è che le famiglie omogenitoriali ESISTONO già e sono composte da coppie omosessuali con figli nati o da precedenti relazioni eterosessuali o dall’intenzione genitoriale della coppia attuata (all’estero, viste le leggi italiane proibitive) attraverso la fecondazione assistita.

La questione, ripeto, non sta quindi nell’approvarle o meno, nell’essere pronti o meno, ma nel rendersi conto che è una realtà già presente in Italia e che i figli di queste coppie vanno nelle scuole dei figli di coppie eterosessuali e si integrano con loro. Negare questa realtà implica solo il mettersi il paraocchi e non affrontare il vero problema che è quello che accomuna tutte le questioni LGBT e cioè che i figli di coppie omogenitoriali NON hanno gli stessi diritti delle coppie eterosessuali. A partire dal fatto che la legge riconosce come unico genitore solo il genitore biologico e non il partner di questo.

Molti studi hanno appurato come la crescita psicofisica dei bambini figli di omosessuali è assolutamente paragonabile alla crescita psicofisica dei bambini figli di eterosessuali. Non crescono con confusioni di genere, o turbe psichiche, o quant’altro la perenne fantasia disinformata può generare. Qui una recensione a cura dell’APA http://www.apa.org/pi/lgbt/resources/parenting.aspx

Perchè come recita lo slogan dell’Associazione Famiglie Arcobaleno, che rappresenta le famiglie omogenitoriali, “è l’amore che crea una famiglia”.

Accanto a questa associazione è presente Rete Genitori Rainbow rappresentante le famiglie in cui i figli conviventi con la coppia omosessuali sono nati da precedenti relazioni eterosessuali dei genitori.

Ecco alcuni link per approfondire:

http://www.famigliearcobaleno.org/

http://www.genitorirainbow.it/

Ed ora un video esaustivo… giudicate voi stessi…

 

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Sonia Bertinat

Psicologa Psicoterapeuta ad orientamento psicodinamico. Da anni mi occupo di dipendenze da sostanza e comportamentali. In parallelo mi occupo di tematiche LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) e dell'impatto delle nuove tecnologie sulla vita intrapsichica e relazionale delle persone.

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