Il peso specifico è ciò che si ottiene dal rapporto fra peso e massa. Quello della neve fresca varia tra 981 e 1962. Per capirci, quello del piombo è 111240.
Stanotte mi sono ritrovata a scrollare con una scopa la neve dal tetto.
Una neve che era prevista e attesa ma che nella notte ha raggiunto i 50 cm.
Vestendomi bene sono uscita perché temevo che il suo peso potesse rompere la tettoia del terrazzo.
Mi sono invece ritrovata ad affondare la scopa in una massa soffice, volatile, leggera.
Che, appena toccata, finiva ovunque e mi ricopriva lievemente.
Ho ritrovato in questo la gioia infantile del giocare con la neve ma ho anche pensato alla sensazione che le mie braccia provavano nell’affrontare ciò che pensavo pesante e nel ritrovare, nella troppa forza messa, una vanità di intenti.
Quante volte ci accade di prestare più attenzione alla quantità, alle masse grandi che ci troviamo davanti o dentro e combattervi con un enorme dispiego di energie quando basterebbe un soffio per spazzarle.
E quante altre, invece, qualcosa ci appare piccolo e insignificante al punto da ignorarne il peso che comporta.
Non lo conosciamo quel peso perché non sentiamo la necessità percepita di smuoverlo.
I nostri sensi a volte ci ingannano, perlomeno quando li usiamo singolarmente.
Le nostre percezioni possono essere erronee.
Solo nel momento in cui decidiamo di toccarle, sentirle, ascoltarle, odorarle, gustarle ne percepiamo la realtà. Che può essere la realtà per noi. Ma spesso è la cosa che conta.
Capita allora che si arrivi a chiedere di fare un percorso di terapia per delle montagne di neve soffice e ci stupiamo di come si disperdano con poca fatica nel momento in cui prestiamo loro attenzione.
Ma capita anche di sottostimare quello che pensiamo essere un piccolo innocuo frammento di piombo che solo nel momento in cui lo individuiamo e tocchiamo ci dà l’esatta dimensione del suo peso nella nostra vita.
Sonia Bertinat
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