Per Jung, la nevrosi é innanzitutto una disunione con se stessi. Ma essa porta in sè un tentativo di guarigione. In effetti, la sofferenza ( una depressione per esempio) non riveste solo degli aspetti negativi, ma costituisce spesso, guardandola più da vicino, un invito al cambiamento, all’allargamento dei nostri orizzonti, una sorta di passaggio obbligato ad una metamorfosi della personalità (un po’ come il bruco passa attraverso la crisalide prima di diventare farfalla). L’inconscio mette così in opera un processo di trasformazione capace di infrangere il cerchio infernale della ripetizione. Esistono quindi in seno all’inconscio umano della forze di auto-guarigione e di trasformazione. Jung hai chiamato queste forze “organizzatori incoscienti” o “archetipi”. Per ben rimarcare che queste strutture sono caratteristiche dell’umano, parla di inconscio collettivo.

Sonia Bertinat

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