Quest’anno l’Equinozio di Primavera e la Pasqua cristiana (che come si sa non ha una data fissa) seguono le orme del passato Solstizio d’Inverno e del Natale (ne ho parlato qui). Pochi giorni infatti distanziano i cicli naturali dalle festività che conosciamo bene.
A me piacciono le metafore, chi mi segue lo sa, per cui non posso, dopo aver ricordato come le festività invernali omaggino (desiderino) il ritorno della luce nel buio inverno), non omaggiare ora il periodo che simboleggia il risveglio e la rinascita. La luce è tornata, e con sè ha portato il risveglio della natura in quella ciclicità che rimane una certezza.
E come è una certezza nei cicli naturali lo è anche a livello metaforico quando parliamo della psiche umana.
La rinascita nella tradizione
Come la Pasqua cristiana che celebra la rinascita in altre vesti, spogliati dai vecchi abiti per assumere una forma nuova, anche la Primavera, spinge dalla buia terra che conserva i semi, nuovi germogli di vita.
Molte mitologie hanno omaggiato questo ritorno alla vita, spesso con simboli e doni simili.
Come non ricordare la mitologia greca dove Persefone, rapita da Ade, il dio degli inferi, ottiene da lui di poter tornare sulla terra proprio per ritrovare la madre Demetra e portare il risveglio della vegetazione. Perché come non ci può essere solo luce, non ci può essere solo buio. Il mito narra anche di un altro passaggio, dall’infanzia di Persefone, legata alla madre nella figura di Kore, all’adultità, come regina degli inferi.
Il termine inglese Easter e tedesco Ostern ci riportano poi ad un’altra origine della Pasqua, quella legata alla Dea Eostre (propagazione della dea Babilonese Ishtar, che riporta in vita dagli inferi il Dio Tammuz, suo marito/figlio). Eostre era una dea legata alla fertilità, forse alla nascita orientale del sole e legata alla lepre (coniglio), da cui l’uso del coniglio pasquale. Uova decorate erano un omaggio a questa divinità.
L’uso dell’uovo di Pasqua, che, una volta schiuso, rilascia le proprie sorprese, metafore di una nuova vita, si ritrova anch’essa in molte tradizioni a simboleggiare, di nuovo, la rinascita, lo sprigionare di nuove forze vitali che ci ricongiungono coi cicli della natura.
Di nuovo un uovo simbolico compare presso gli antichi egizi laddove
con l’arrivo della primavera l’Uovo cosmico plasmato da Ptah, da lui deposto sulle rive del Nilo e qui covato dall’oca sacra, si apriva e ne usciva Ra, il Sole. Il fiume viveva in simbiosi col dio solare: “Cresce, io cresco; vive, io vivo”. (Fonte)
La rinascita psichica
Tutti noi passiamo (a volte ne abbiamo la necessità fisiologica, altre vi cadiamo) momenti bui, momenti in cui il freddo emotivo ci attanaglia, momenti di chiusura come gli animali che necessitano di un periodo di letargo per raccogliere le forze per tornare a vivere la loro vita.
L’inverno, il buio che possiamo attraversare, sono “morti” metaforiche che ci servono anche per riscoprire nuove energie. Per tornare “alla vita” pronti per affrontare le sfide che ci riserva. Un periodo “bozzolo” in cui stare, di cui non avere paura.
Il periodo letargico, di cui può essere assunto come simbolo l’orso, può essere visto come un periodo di introspezione, di rivisitazione della nostra interiorità psichica, distogliendo lo sguardo dall’esterno. Tramite questo viaggio metaforico conosciamo nuove parti di noi, nuove risorse, nuove potenzialità che riportiamo poi con noi nel momento in cui siamo pronti ad affrontare la nostra primavera interiore, la nostra “resurrezione pasquale”, che ci apre al mondo in una veste nuova, pronta, e più armoniosa.
Immagine in evidenza: Vladimir Kush, L’alba dall’oceano
Sonia Bertinat
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Comments 2
Ma ciao! Si siam chiacchierate lunedï su adotta un blogger. Hai fatto la mia senior! ?
Mi ero incuriosita. Poi ho visto questa adozione e son corsa!
Che bel post! Interessante e rasserenante. Tante curiositâ e metafore su cui riflettere!
Author
Grazie mille Alessia! Per l’apprezzamento e per la… corsa 😉
Mi piace molto l’idea che tu lo abbia trovato “rasserenante”!