Relazioni… covalenti

“L’incontro tra due personalità è come il contatto di due sostanze chimiche: se c’è una reazione, entrambe vengono trasformate”. C. G. Jung
Come sapere se la relazione che abbiamo iniziato è quella giusta?
Come sapere cosa si prova esattamente quando si incontra la persona “giusta”?
Bastano le famose farfalle nello stomaco?
Sempre più spesso si incontrano domande di questo genere di fronte all’imperscrutabile mondo delle relazioni sentimentali.
Delusioni, fallimenti, innamoramenti a senso unico possono mettere a dura prova la fiducia nelle nostre sensazioni o nelle percezioni che l’incontro con l’altro ci possono suscitare.
A volte agogniamo, a volte temiamo la relazione e questo suscita in noi  aspettative “distorte”, letture alterate della realtà esterna e interiore.

Ovviamente non ho la soluzione, non posso proporvi un trattato dettagliato di quanto dovrebbe essere il vostro battito cardiaco, di quanto a cuoricini dovrebbero essere i vostri occhi, da quanti sguardi (o messaggi) si possa dedurre un interesse altrui nei nostri confronti. Ma anche un nostro interesse nei confronti di qualcuno.

No, non c’è alcuna formula matematica che ci dia la soluzione corretta e inappellabile che ci ponga al riparo dall’errore di valutazione evitando sofferenze cordiche.

Semplicemente, si dice, lo si sente. Si sente quando c’è la persona giusta di fronte a noi, si sente quando c’è reciprocità fin dai primi istanti.
Già, si sente, ma come descriverla? Come spesso accade, descrivere a parole un sentimento, un sentire non è facile. Ed ecco che intervengono le metafore, le similitudini, le poesie.

Oggi in seduta mi viene suggerita una metafora molto interessante per descrivere le sensazioni legate ad una relazione appena partita. Una relazione che risponde per quanto descritto a tutti i canoni predittivi di una buona relazione: sintonia, reciprocità, divertimento, scambio, interesse reciproco, ricerca e così via.

La metafora utilizzata è stata quella del Legame Covalente che io non ricordavo essendo i miei studi chimici datati ormai a buoni 25 anni fa e che fa sì che due atomi formino una molecola. D’altronde, nel linguaggio comune, quando c’è sintonia non si parla di “chimica” relazionale?

Chiedo scusa ai chimici che leggeranno, ma ne porto una descrizione assolutamente generale, per come mi è stata presentata e per come mi ha suscitato la riflessione.

Il legame covalente è quello per cui due atomi separati mettono in comune uno o più elettroni che cominciano ad orbitare intorno agli atomi con un notevole risparmio di energia.

“Gli elettroni condivisi trascorrono lo stesso tempo in prossimità di ciascuno dei due atomi, non avendo una particolare preferenza per uno dei due atomi.” Wikipedia

Questo equilibrio ovviamente è dato da un legame covalente puro, quando cioè ogni atomo è sullo stesso piano dell’altro. Se si polarizza uno dei due, il tutto perde l’equilibrio paritario e gli elettroni privilegeranno un atomo su un altro: il legame covalente polare. Oppure se solo un atomo dona i suoi elettroni l’altro li sfrutterà senza donare nulla in cambio. Anche questi possono essere una metafora di molte relazioni disfunzionali in cui un membro della relazione ha un ruolo primario nella coppia.

Quello che mi piace della metafora del legame covalente puro sono quegli aspetti che a parere mio fanno in modo da rendere una relazione salda e di reciproco nutrimento emotivo:
– mantenimento di una individualità (no fusione reciproca)
– scambio reciproco dei rispettivi interessi (elettroni) che rimangono sì maggiormente legati alla singola individualità ma che danno forza al legame stesso
– creazione di un legame più saldo dei singoli atomi
– minor dispendio energetico (come non pensare ai costi dell’essere single)

Post Scriptum (21/06/14)

Molto tempo dopo aver scritto questo post, ho visto una webseries delle torinesi Badhole intitolata Re(l)azioni a catena e, nel quinto episodio, il prologo cita così:

I legami chimici si classificano in base alla loro forza.Esiste il debole legame a idrogeno, labile, tra due atomi molto diversi tra loro;il legame dativo, dove un atomo dà e l’altro riceve;il legame ionico, un’attrazione forte e ineludibile tra due poli opposti, il positivo e il negativo;e poi esiste il legame covalente, dove due atomi decidono di mettere in comune ciò che hanno di più prezioso:ed è il legame più forte in natura. (grassetto mio)

Qui il video (vi consiglio di vedere tutta la serie che è molto carina)

E voi? Avete trovato il vostro legame covalente?
Con quali altre metafore descrivereste una relazione armonica?

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Sonia Bertinat

Psicologa Psicoterapeuta ad orientamento psicodinamico. Da anni mi occupo di dipendenze da sostanza e comportamentali. In parallelo mi occupo di tematiche LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) e dell'impatto delle nuove tecnologie sulla vita intrapsichica e relazionale delle persone.

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