“20 novembre …..: Il transessualismo non è più patologia psichiatrica”
Forse nei prossimi anni leggeremo un titolo così in occasione del 20 novembre, data in cui in tutto il modo si commemora il Transgender Day of Remembrance, una veglia in ricordo delle vittime della transfobia. Per ora, il transessualismo (vedi anche qui) viene considerato patologia psichiatrica.
“Può una malattia psichiatrica essere curata con un’operazione chirurgica?”
Con questa domanda si può sintetizzare tutta l’incongruenza che sta dietro l’inserimento del Transessualismo nel Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali, altresì detto DSM.
Vediamo un’evoluzione della “patologia” nelle diverse edizioni del DSM. E’ “solo con il DSM III che il termine “disturbo dell’identità di genere” (DIG) trova una sua collocazione nel manuale diagnostico di classificazione dei disturbi mentali nella terza edizione come “disturbi Psicosessuali”. Nelle edizione del DSM III e nel DSM III Revisionato l’enfasi è sugli aspetti psicologici di tale disturbo.Il passaggio dal DSM III- DSM III R al DSM IV ha evidenziato una maggiore attenzione alla nozione di disturbo sessuale piuttosto che alla sua espressione sintomatica e psicologica. Infatti nel DSM IV il DIG viene indicizzato tra i disturbi sessuali nello specifico nel DSM IV”.
Da sottolineare il fatto che per poter avere diagnosi di DIG e di conseguenza accedere alle cure ormonali e alle operazioni chirurgiche per la riattribuzione del sesso, il medico psichiatra che fa la certificazione conferisce l’idoneità a tali cure sanitarie SOLO in ASSENZA di una PATOLOGIA PSICHIATRICA concomitante.
Appare chiaro l’aspetto tautologico e ridondante del concetto. Semplificando di nuovo, “se sei sano di mente ti certifico che soffri di un disturbo mentale per guarire il quale puoi affrontare cure ormonali e operazioni chirurgiche”.
Il nuovo DSM V uscito per ora nella sola versione inglese “conterrà una modifica storica a proposito di transessualità, (… che) verrà invece indicata con il termine “gender dysphoria” (Disforia di Genere), considerato meno stigmatizzante”.
“L’incongruenza di genere e la conseguente disforia può assumere molte forme e porsi su vari livelli . La disforia di genere quindi è considerata un concetto che si pone su più piani piuttosto che in un “sistema binario” come sostenuto fino ad ora, e il DSM -5 riconosce la enormi e differenti sfumature della disforia di genere.” (traduzione non ufficiale del brano1 inserito nelle modifiche)
Si nota come, oltre alla nuova terminologia, sembra venir archiviata la dicotomia rigida dei generi a favore di una variabilità di genere, continuum molto più realistico in quanto oltretutto non sempre le persone trans trovano una soluzione alla loro “incongruenza di genere” con l’operazione chirurgica. La rigida dicotomizzazione inoltre pone le persone trans di fronte ad un aut aut doloroso: o si completa la transizione o non si può accedere alle modifiche anagrafiche (anche se molti passi sono stati fatti a livello legislativo per ovviare a ciò e in molti stati è possibile ottenere la variazione anagrafica anche in assenza di un’operazione per la riattribuzione del sesso).
Altro aspetto importante è il far dipendere la disforia dall’incongruenza di genere che diventa vissuto primario. Da aggiungere che spesso molte patologia psichiatriche insorgenti (e che potrebbero impedire l’accesso ai percorsi di transizione) non sono correlati alla disforia di genere ma alla transfobia subita a livello sociale. Un concetto per nulla dissimile dai motivi che hanno permesso l’esclusione dell’omosessualità dal medesimo DSM molti anni fa.
“Gli attivisti ed i gruppi che firmano questo documento, e che formano la Rete Internazionale per la Depatologizzazione delle Identità Trans, denunciano pubblicamente ancora una volta la psichiatrizzazione delle nostre identita’ e le serie conseguenze del cosiddetto “disturbo d’identità di genere” (DIG). Allo stesso modo, vogliamo dare visibilità alla violenza a cui sono soggette le persone intersessuate con le attuali procedure mediche.”
Sempre qui si legge ancora una sintesi del Manifesto STP (si rimanda al testo del manifesto per una lettura completa dei punti) in
” tre punti essenziali:
1. L’espressione di genere e l’identità di genere che differiscono dal genere alla nascita non costituiscono disordine mentale.2. Il trattamento medico, incluse le terapie ormonali e chirurgiche per coloro che ne hanno bisogno, è medicalmente necessario e dovrebbe essere coperto dalle assicurazioni sanitarie.3. L’APA deve dichiararsi contro la discriminazione in base all’identità di genere o all’espressione di genere e sostenere il riconoscimento legale delle persone secondo il genere che hanno scelto.”
Queste sono le notizie che vorremmo leggere un 20 novembre…
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Sonia Bertinat
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Comments 6
In pratica Fabrizio ti cerca di aggiornare il post, formattare con l'apposito comando nella barra delle opzioni e salvare.
Nel layout trovi un gadget già inserito che si chiama "post su blog". Trova la voce Quick Editor e spunta la voce. La matita che vedi verrà a collocarsi alla fine del post e serve per modificarlo.
'notte.
Gus
Ancora. Togli l'inutile codice CAPTCHA quello delle parole e del numeretto per spedire il commento. E' inutile e dà fastidio a chi deve commentare.
Come fare.
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Ciao.
Gus! Non ti avevo visto qui! Non avevo la mail aperta.
Ora che ho risolto il problema principale mi dedicherò agli altri suggerimenti come i tuoi qui per migliorare il tutto!
Ma domani che ormai il pc è spento 😉
Grazie!
Da layout entra in Post su blog e fai modifica. Controlla tutte le voci, in particolare spunta "Pubblicato da…, il Quick Edit, e i pulsanti per la condivisione.
Buona giornata.
Ops… non è partito il secondo commento che avevo messo ieri! Alla fine non ho resistito e ho fatto tutto da Ipad 🙂 Il Quick Edit era già spuntato e pure il Pubblicato da e i pulsanti…
Unica modifica ho tolto il captcha che manco mi ero accorta ci fosse per cui ti ringrazio!
Buona giornata a te e grazie per il supporto tecnico!
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