Da un lato abbiamo la Federazione dei pianeti uniti dall’altra i Borg.
La Federazione è un’istituzione che comprende diverse popolazioni oltre quella terrestre che ha come obiettivo il miglioramento di sé e dell’universo attraverso l’integrazione di competenze, di caratteristiche peculiari agli uni o agli altri, di collaborazione. C’è uno spazio per tutti e tutti vivono nella comunità coltivando le proprie caratteristiche legate non solo all’individualità ma anche alla popolazione di cui fanno parte.
Nessuno chiederà mai a un Vulcaniano di non essere “troppo razionale” o a un Klingon di essere “meno bellicoso” o a un Betazoide di non essere “troppo telepatico”. Ma tutti vivono insieme, magari non capendosi ma non per questo pretendendo di essere superiori di fatto o di limitare la libertà degli altri.
E poi ci sono i Borg. I Borg sono una società collettiva in cui l’individualità e le deviazioni dalla massa non sono ammesse e contemplate. Esiste ed ha valore solo la collettività e non i singoli che la compongono. I Borg sono, come dice il nome delle specie di cyborg che quando incontrano una popolazione altra non si fermano molto a pensare a conoscerla, capirne le abitudini ma semplicemente… la assimilano.
“Noi siamo i Borg. Le vostre peculiarità biologiche e tecnologiche saranno assimilate. La resistenza è inutile.” oppure
“Noi siamo i Borg. Abbassate i vostri scudi e arrendetevi. Assimileremo le vostre peculiarità biologiche e tecnologiche alle nostre. La vostra cultura si adatterà a servire noi. La resistenza è inutile”.
In nome di questo motto e tramite impianti nanotecnologici l’altro entra a far parte della collettività perdendo la propria individualità, storia, conoscenze, cultura.
E’ una cosa che mi ha da sempre affascinata, come dicevo, ma mai come oggi lo vedo attuale nella nostra “misera” (agli occhi interplanetari della Federazione) politica mondiale.
E’ come se fossimo tutti tante piccole collettività borg che lungi dal voler conoscere e collaborare con gli altri miriamo solo a renderli simili a noi e quindi non più pericolosi. Si parli di popolazioni altre, di minoranze interne questo sembra essere lo spirito che predomina. Ci sono ovviamente condizioni (spesso economiche) e condizionamenti (spesso politico regligiosi) che inducono ad un tale atteggiamento, inasprendo le divisioni e facendo percepire come minacciosi e aspiranti alla altrui fetta di torta gli Altri.
Sicuramente è energeticamente più dispendioso mantenere armonia nella fondazione dove bisogna mediare tra le diverse esigenze, trovare uno spazio per tutti, una risposta alle esigenze di tutti assieme alla consapevolezza di dover mitigare le proprie caratteristiche più accese nel bene della comunità. Un Klingon dovrà contenere la sua rabbia ad esempio, un Vulcanianno tollerare gli eccessi emotivi in altri che mal si confanno alla propria indole, senza reagire contro di questi.
La “filosofia” dei Borg è meno dispendiosa. Una volta assimilati (e non si spreca tempo in discussioni diplomatiche come si è visto) i membri della collettività vagano in sintonia con essa e non avendo spinte individualiste (ci saranno poi delle eccezioni ma non è qui il luogo) non prevedono opere di mediazione, controllo ecc.
Ma il minor dispendio energetico ha un prezzo. Un’uniformazione in cui vengono perse le diverse individualità, le diverse culture e storie che da sempre nel bene e nel male hanno contribuito ad arricchire il mondo.
Non sono una sociologa per cui non mi addentro in analisi che non mi competono. Se qualcuno vuole integrare, molto volentieri.
Sarebbe banale (o forse no) notare che la Federazione non si regola su una politica economica e monetaria.
Mi chiedo solo, vogliamo continuare ad essere gruppi assimilanti o federativi?
Sonia Bertinat
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