autoboicottamento

Autoboicottamento: il potere limitante dei pensieri

“L’unico limite a quanto in alto possiamo andare, è quanto crediamo di poter salire”
Anonimo

Questo lo spunto per l’Evento #2 che Mary Perez ci ha fornito per l’evento #2 del gruppo Facebook ‪#‎BrightMinds‬ , (gruppo nato per sostenere e promuovere neo blogger e non) e subito pensato all’autoboicottamento.

Proprio oggi parlavo con la collega Valentina Mossa in merito ad un progetto che stiamo mettendo in piedi (ma questa è un’altra storia e ve ne parlerò un’altra volta) che ha come fil rouge proprio questo concetto.

E come sapete, quando le cose ritornano e i temi si affacciano alla mente come led intermittenti, capisco che c’è un filone da seguire.

Cosa intendo per autoboicottamento?

  • Perché a volte ci sembra che tutto ciò che facciamo non abbia il successo che pensiamo?
  • Perché di fronte alle difficoltà ci chiudiamo in noi stessi in un circolo di lamentosità che ci fagocita?
  • Perché, al contrario, tendiamo a “volare” sempre in alto e come novelli Icaro cadiamo al suolo con le ali bruciate?
[Tweet “Perché i nostri pensieri, le idee che abbiamo di noi e degli altri, possono essere un autoboicottamento.”]

Come osserverà Mary coi nuovi blogger, lo si può osservare in chiunque si appresta a cominciare una nuova avventura che sia per professione o per passione: lo scarto tra le aspettative e il risultato.

Osserviamo gli altri e ne vediamo i successi e ci aspettiamo che, facendo quello che fanno loro, otterremo lo stesso risultato.

Ma non sempre è così, per il semplice motivo che noi non siamo loro.

Ciò non vuol dire che che siamo migliori o peggiori, ma che siamo diversi, abbiamo vissuti, esperienze, competenze diverse.

Il non raggiungimento della meta amplifica e nutre il senso di fallimento, la lamentosità e soprattutto il trovare un “nemico” esterno, causa dei nostri insuccessi.

La tendenza al proiettarsi all’esterno ci priva del primo necessario ingrediente per realizzarci nella vita: la conoscenza di sé. E per conoscenza di sé intendo non solo le nostre potenzialità, ma, soprattutto, le narrazioni che ci ingabbiano in percorsi ricorsivi di insoddisfazione.

“Follia: fare e rifare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati differenti.”

Albert Einstein

In questo sta l’autoboicottamento di cui parlo: continuare a mettere in atto le stesse strategie, sperando che le cose cambino. E siamo molto bravi a convincerci che non è a causa nostra.

Cosa possiamo fare?

Un poeta che adoro e che cito frequentemente è Costantinos Kavafis, che, nella sua poesia Itaca, ci ricorda che non è Itaca la meta ma il percorso che facciamo e le esperienze e ricchezze che durante il percorso accumuliamo. Se ignoriamo il nostro bagaglio pregresso e non prestiamo attenzione alle ricchezze, ma anche le difficoltà,  che troviamo sul cammino, non giungeremo ad Itaca.

Itaca ti ha donato il Viaggio meraviglioso.
Senza di lei tu non saresti mai partito per la tua via.
Essa non ha null’altro da offrirti.

Se la troverai povera, non credere che Itaca t’abbia ingannato.
Saggio come sei diventato, con sì tanta esperienza,
avrai già compreso cos’Itaca realmente rappresenti. (leggi tutta la poesia qui)

[Tweet “Ma forse Itaca non è la nostra meta: la nostra meta è un’altra e dobbiamo capire quale.”]

Il successo (non l’essere famosi, ma il realizzare sé stessi) è il risultato di un processo alchemico in cui gli ingredienti sono in parte in nostro possesso (le nostre caratteristiche personali, i nostri interessi, le nostre competenze, ecc) e in parte sono da ricercare all’esterno. e quelli da ricercare devono essere compatibili con i nostri altrimenti non otterremo un’ottima miscela ma rischiamo di ottenere una sostanza al meglio non utilizzabile, al peggio dannosa,

 

E come quando si rischia di annegare l’unica cosa da non fare è continuare a sbracciarsi, così quando siamo in un momento in cui sentiamo di non riuscire a stare a galla non è facendo mille cose che otterremo qualcosa. E’ necessario fermarsi, riflettere, analizzare i passi fatti, le premesse da cui si era partiti.

Ciò non vuol dire ignorare le difficoltà oggettive, i limiti che realmente esistono ma prenderli in esame per evitare di scontrarcisi contro ogni volta.

Come nel film Yes Man, non c’è una ricetta da seguire nonostante tutto, che ci porti a stare meglio, perché anche l’eccesso di pensiero positivo poi ci si ritorce contro se porta a ignorare le zone d’ombra che inevitabilmente la luce dell’ottimismo crea. [Tweet “Ma il segreto è sentire quei Sì che davvero ci scaldano e ci entusiasmano e partire da lì.”]

“Senza entusiasmo non si e’ mai compiuto niente di grande.”

Ralph Waldo Emerson

Ecco quindi alcuni ingredienti per sfuggire all’autoboicottamento:

  • entusiasmo
  • conoscenza di sé
  • analisi degli obiettivi
  • analisi delle risorse

Uniamoli in una narrazione che ci rappresenti e avremo molte più probabilità di riuscire nei nostri progetti.

“L’unico vero ostacolo al tuo successo sei tu: liberati da te stessa. Perditi, Nina.”

Thomas, dal film Il cigno nero

 

 

 

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Sonia Bertinat

Psicologa Psicoterapeuta ad orientamento psicodinamico. Da anni mi occupo di dipendenze da sostanza e comportamentali. In parallelo mi occupo di tematiche LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) e dell'impatto delle nuove tecnologie sulla vita intrapsichica e relazionale delle persone.

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