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Attraverso i confini del Salone Internazionale del Libro di Torino

Come tutti gli anni non ho mancato l’appuntamento col il Salone Internazionale del Libro di Torino con tema “Oltre i confini”. Qui il post dello scorso anno.

Quest’anno sono riuscita ad andare tre giorni. Due impiegati seguendo le conferenze e uno dedicato agli acquisti. Un Salone vissuto più in ottica professionale che di tempo libero.

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Il tema dei confini era ben presente, si respirava girando per il salone e colorava molte delle tematiche di cui mi occupo.

Confini tra offline e online

Molto risalto è stato dato al digitale nelle varie conferenze a cui ho assistito.

  • Uno dei temi è stato il cyberbullismo, importante soprattutto alla luce della recente approvazione della legge. Unanime la concezione per cui non c’è e non dobbiamo pensare ci sia alcuna separazione tra offline e online.
    I due incontri a cui ho presenziato hanno visto la partecipazione della Senatrice Elena Ferrara che in questa legge molto ha creduto. Una legge forse non perfetta, migliorabile, ma che fonda una base forte per sancire l’importanza della prevenzione e sostegno nelle scuole e deprecare l’uso della sanzione.

“Quando si arriva a una denuncia è una sconfitta per tutti (…) Se si arriva al penale si cerca l’alibi e non certo l’elaborazione della responsabilità” Elena Ferrara

Un’altro concetto fondamentale è quello che vede sia nel bullo sia nella vittima un ragazzo di cui prendersi cura, non cedendo a emotive separazioni e facili biasimi.

  • Un altro tema è stato quello dell’hate speech. Uno degli ultimi eventi a cui ho partecipato, infatti, era a cura del progetto Parole O-Stili.  Un progetto che mira a recuperare un uso più positivo del linguaggio e delle comunicazioni sul web. A tal fine hanno stilato un loro manifesto nato dalla sintesi di molteplici contributi al tema. E’ un’ottima guida che sintetizza le regole fondamentali che tutti noi dovremmo tenere presente nel nostro navigare sui social.


    Ne è derivato il progetto CONDIVIDO che mira ad applicare il manifesto nella prevenzione a scuola. A tal proposito hanno creato un kit da scaricare che aiuta nella predisposizione di interventi con i ragazzi. Lo scopo primario è quello di creare consapevolezza nell’uso delle piattaforme social e delle notizie sul web facendo leva proprio sull’assenza di confini tra offline e online.

Confini tra realtà e fantasia

Passeggiare in mezzo ai libri è la metafora migliore del passaggio di confine tra la realtà e l’immaginazione. Si alternava l’incontro con persone reali e persone narrate in un unico continuum che a volte si legava come per magia.

  • Vi sono sprofondata nell’incontro su Stephen King, autore che apprezzo pur non essendo fan sfegatata. Durante questo incontro tre aspetti mi hanno traghettata oltre il confine:
    • le letture hanno portato le atmosfere magiche e surreali di King nella sala come se la nebbia di The Mist, ma molto più piacevole, si espandesse e si ritraesse
    • una marea di adulti che, come ritornati bambini, correvano per la sala per arrivare primi a rispondere alle domande. Sì per vincere i libri in palio, ma soprattutto per dimostrare di essere dei veri fan
    • l’esperienza del regista Massimo Volta che scrive a King chiedendo di poter realizzare dei film su alcuni suoi racconti pagando i diritti e non solo l’autore gli risponde ma gli vende i diritti per 1€ (con la clausola che non siano film a scopo di lucro) permettendogli di filmare un sogno.confini  
  • Nelle aree giochi e laboratoriali per bambini poi i colori e la fantasia la facevano da padrone. Giochi da tavola e lego accanto ai droni, La fantasia travalica i confini e fa sì che quando è in azione le differenze sfumino e l’umanità che ci rende uguali emerga.

Confini della professione di psicologo

Nella conferenza di Antonino Ferro è stato il confine dell’ortodossia ad essere valicato, in modo “irriverente” come si definisce nel titolo del suo libro il celebre psicoanalista.

Il suo modo di vedere la stanza di terapia come luogo di costruzione di una narrazione che supera le concezioni classiche di interpretazione, elaborazione dei sogni (in cui il terapeuta assume una posizione altra rispetto al paziente) per arrivare ad intendere la terapia come un’incontro di due persone nel riraccontare la vita di chi si affida a noi. Ne emerge un setting più fluido, meno soggetto a rigide regole sottese al dovere e più libero di cogliere gli elementi di una trama che si va delinenando.

Confini nei diritti

I diritti umani, i diritti civili spesso si scontrano con dei confini, siano essi di pensiero, legislativi o veri e propri muri.

  • Sono i confini che impediscono ancora una vera uguaglianza nel diritto alle coppie same sex ad esempio; sono i confini che invece dovrebbero essere alzati dal diritto contro l’omofobia di cui mercoledì 17 si è ricordata la Giornata internazionale.
  • Sono i confini eretti con muri dei manicomi prima della Legge Basaglia del 1978. Una legge visionaria e rispettosa dei diritti umani del malato mentale e del “diverso” che fino ad ora venivamo privati dei diritti civili e chiusi dietro a un muro. Una legge mai realizzata a pieno purtroppo secondo le potenzialità che conteneva

    “Tutto quello che era diverso e che sfuggiva ai canoni veniva rinchiuso” dice l’assessora Parigi

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E questo purtroppo è un rischio in cui stiamo di nuovo cadendo. Perché i muri, le barriere ancora ci rassicurano di fronte alle nostre paure.

Conclusione

I confini a volte sono necessari, la libera circolazione delle idee non è sempre positiva se volta a nuocere alle altre persone. Ma devono essere confini che lasciano vedere oltre affinché nel momento in cui l’Altro smette di farci paura possiamo attraversarli.

I muri invece non servono perché occludono la vista, impediscono di cogliere l’umanità dall’altra parte che viene caricata dei peggiori timori e caratteristiche.

E’ necessario costruire reti, che siano reti di cantieri, da osservare nel loro nascere da progetti immaginati e nel loro sviluppo o reti di connessione che leghino le diverse parti di noi, anche quelle più spaventose che poi buttiamo sugli altri, e ci leghino agli altri attraverso un intreccio di colori e di piani.

E al Salone, eravamo tutti uguali, con gli occhi pieni di meraviglia e le teste chine sul profumo di carta.

 

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Sonia Bertinat

Psicologa Psicoterapeuta ad orientamento psicodinamico. Da anni mi occupo di dipendenze da sostanza e comportamentali. In parallelo mi occupo di tematiche LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) e dell'impatto delle nuove tecnologie sulla vita intrapsichica e relazionale delle persone.

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